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Come si legge una cartina - parte 2
Nelle nostre escursioni all'interno dello zaino è sempre presente la cartina della zona in cui intraprenderemo il  percorso ma quanti di noi sono davvero in grado di "leggerla" correttamente?

 

Nella prima parte di questa rubrica abbiamo visto come è composta e cosa contiene la cartina, ma quando siamo in giro per montagne e campagne può capitare di perdere l’orientamento o non sapere dove ci si trovi.
Per quanto possibile è sempre meglio pianificare a tavolino la nostra escursione, specie se in zone che non conosciamo, creando la traccia
(6) del percorso (o su cartina o su cartina digitale) cosi da averla come riferimento durante la camminata. Oltre al percorso da fare è bene segnare su di essa i punti sosta, i punti acqua ed eventuali passaggi impegnativi se rilevabili sulla cartina.

Ma se durante l' escursione qualcosa non ci torna o ci rendiamo conto di non essere sul sentiero preventivamente pianificato e presumiamo di esserci persi, cosa possiamo fare? Prima di prendere decisioni affrettate, di farci prendere dal panico o chiamare aiuto, ragioniamo, apriamo la cartina e cerchiamo di capire dove siamo.

Per questo abbiamo svariati metodi, alcuni puramente empirici ma ci possono ricondurre a restringere la zona in cui ci troviamo, altri invece assolutamente precisi anche se più laboriosi a seconda delle attrezzature che abbiamo nello zaino. Già, seppur lo spazio nello zaino è sempre limitato qualche piccolo strumento conviene averlo ma andiamo con ordine.

Se abbiamo solo la cartina (è sempre bene avere con noi la cartina della zona in cui ci rechiamo) apriamola e stendiamola su un’area pianeggiante e guardiamoci un attimo intorno cercando di scorgere quanti più dettagli possibili (vette, campanili, paesi, torri o castelli, alpeggi, case o costruzioni, ecc) in maniera da poterli evidenziare sulla cartina. Ripercorriamo il percorso fatto fino a questo momento seguendo sulla carta la progressione ed eventuali elementi di conferma quali bivi, case o semplici muri oppure paesi e borgate sul versante opposto, in questo modo tra il percorso effettuato e quello che vediamo intorno, facendo una triangolazione tra tutti gli elementi disponibili dovremmo trovare il punto in cui ci siamo fermati.

Consiglio sempre durante le escursioni di prestare attenzione ai rumori che sentiamo, dal campanile che batte le ore al gruppo di mucche che spostandosi rumoreggiano i campanacci, al suono di  torrenti oltre ad osservare la natura a vista ed eventuali costruzioni. Oltre al godere dello spettacolo che ci circonda abbiamo elementi utili per capire dove siamo e di conseguenza avere qualche dettaglio in più della zona.

Se oltre alla cartina siamo in possesso di un ricevitore GPS(1) questo può darci maggiori certezze sulla nostra posizione. Abbiamo si le coordinate di latitudine e longitudine da poter riportare sulla cartina ma anche la registrazione del percorso che abbiamo fatto finora e la quota in cui ci troviamo.

Se conosciamo il numero(2) o il nome del sentiero che stiamo percorrendo possiamo seguirlo sulla cartina ed incrociarlo con la quota altimetrica e vedere quindi dove siamo, se stiamo percorrendo un tratto in piano e lo vediamo tra due curve di livello(3) saremo nel tratto in cui il sentiero incrocia le curve.

Se abbiamo caricato preventivamente la traccia pianificata sul GPS, ci si renderà subito conto se siamo sulla via corretta oppure abbiamo fatto una deviazione che non si doveva fare e quindi basterà tornare indietro fino al punto in cui si ritornerà sul percorso pianificato. Invece se non abbiamo caricato la traccia per capire se siamo giusti sul percorso, basterà incrociare la registrazione del percorso fatto con la cartina per fare le valutazioni del caso. Ovviamente può andare bene anche una qualsiasi app sul nostro smartphone che sfrutti la posizione del GPS e che registri il nostro percorso. Il lato negativo è che il sensore GPS abbatte velocemente la batteria dello smartphone inibendo il telefono per le chiamate di emergenza.

Per riportare le coordinate date dal GPS sulla nostra cartina dobbiamo rispettare alcuni requisiti importanti. Innanzitutto verificare che il GPS e la cartina abbiano entrambi lo stesso sistema di coordinate, come ben sappiamo in Italia ma anche nel mondo abbiamo diversi riferimenti e diversi sistemi di coordinate. Con l’avvento del GPS e della cartografia elettronica il più diffuso e più usato è il WGS84 ma le vecchie carte hanno ancora in uso altri sistemi.

Prima di partire quindi assicuriamoci che il sistema di riferimento sia il medesimo, assicuriamoci anche che sul nostro GPS siano impostate le coordinate geografiche (espresse in metri e non in gradi minuti e secondi) e che sulla cartina sia riportato il reticolo chilometrico(4) e che ai lati siano indicati i relativi valori.

A questo punto con l’aiuto del coordinatometro(5) (clicca qui per stamparlo) partendo dal reticolo chilometrico(4) della cartina possiamo posizionare lo strumento e segnare il punto sulla cartina. Se non abbiamo il GPS e vogliamo sapere dalla cartina le coordinate possiamo segnare il punto in cui ci troviamo e con il coordinatometro rilevare le coordinate.

Una volta trovata la posizione di dove siamo sulla cartina, se siamo sulla giusta via possiamo proseguire con l’escursione se invece ci siamo persi andando fuori dal percorso previsto possiamo vedere se tornare indietro fino a riprendere il sentiero giusto oppure valutare prendendo qualche variante o qualche sentiero alternativo.

Nella malaugurata ipotesi in cui dovessimo allertare i soccorsi a seguito di un infortunio verifichiamo la copertura del segnale telefonico, nel caso non ci fosse e se la situazione lo consentisse possiamo andare avanti oppure tornare indietro finché troviamo la copertura. Per i dettagli comportamentali vedi la sezione "Prudenza e sicurezza"

   

Nel 2015, insieme ad alcuni amici stavo organizzando per l’estate un'escursione a cavallo di cinque giorni in Val Susa, un sabato pomeriggio durante il sopralluogo a piedi mi è capitato un momento di sventura. Al mattino riguardo sul PC la cartina della zona su cui avevo tracciato il percorso da valutare con un amico, stampo la porzione interessata ed evidenzio i punti con alternative di percorso e varianti da valutare.
Arrivo sul luogo di partenza, scendo dall'auto, infilo gli scarponi mentre un fresco venticello abbassa la temperatura.
 
Accendo il GPS, prendo lo zaino e parto.
La salita al rifugio procede bene e ogni tanto mi fermo per segnare i punti acqua per i cavalli e varianti idonee al loro passaggio.
Giunto in rifugio chiedo informazioni al gestore anche per l'ospitalità per i cavalli e se il sentiero da li in poi sia praticabile a cavallo. con estrema disponibilità si offre di accompagnarmi per valutare e ci rendiamo conto che a cavallo è improponibile quindi mi indica una variante più in basso già percorsa da altri cavalieri.

Visto che si stava facendo tardi, lo ringrazio ci salutiamo e comincio la discesa verso valle.
Sovrappensiero, ragionando sul consiglio del gestore del rifugio arrivo ad un bivio che guardo distrattamente e proseguo, cammina cammina dopo una decina di minuti mi domando “perchè sto scendendo così velocemente? Non ricordavo queste pendenze”. Mi fermo e poso lo zaino per verificare sul GPS se fossi sul percorso dell’andata ma con sorpresa lo trovo spento, batterie scariche!!!

Quindi, non sono sul percorso corretto e non ricordo di aver preso batterie di riserva, mmmmm... Per fortuna però, in fondo ma proprio in fondo allo zaino ne trovo un paio nuove, sospiro di sollievo e provvedo a cambiarle. Scorrendo il display vedo che all’ultimo bivio distrattamente ho tirato dritto invece che andare a sinistra. Apro la cartina e guardo dove sono finito.Mi trovo sulla variante che volevo valutare di fare in salita a cavallo ma, troppe rocce scivolose, meglio non passare. Ora il dubbio è se continuare a scendere di li per arrivare all'auto o tornare indietro ma, facendo due calcoli al volo la via sarebbe più lunga e visto che si sta facendo buio decido di risalire al bivio (della distrazione) e tornare sul sentiero corretto.

Arrivato al parcheggio mi avvio verso casa. Da quella volta vista l’esperienza ho rivisto la dotazione minima dello zaino con un minimo di autonomia energetica in più oltre alle consuete dotazioni.
Cosa portare quindi nello zaino? Per questo vi rimando a "Accessori utili che portiamo nello zaino"

 

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Lucio IU1LCP del Team AlpiRadio.it  © 2020 

 

 

 

 

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