"I Dati Altimetrici"
Nelle nostre
escursioni il GPS è uno strumento che portiamo con noi,
così come la bussola, la cartina... Ma a livello digitale,
i dati come vengono elaborati?
Lavorando
a tempo perso su un mio progetto di dati altimetrici
(condivisibile con chi ne fosse interessato) partendo dal DTM
dell’Italia,
voglio dedicare qualche riga a riguardo dei dati altimetrici
spesso bistrattati e/o sottovalutati.
Nell’articolo
“Come
si legge una cartina”
avevo fatto un accenno a riguardo della differenza tra DEM
e DTM (1),
simili tra loro in quanto nel DTM troviamo rappresentato
l’andamento morfologico della superficie terrestre (o
porzioni di essa) mentre nel DEM troviamo anche le abitazioni
e tutte le infrastrutture (case, ponti, fabbricati
industriali, ecc) costruite dall’uomo.
Il DTM in pratica è una fotografia fatta dall’alto (2),
di tutto il territorio o una piccola porzione, a cui a ogni
pixel che la compone è associato un valore in altezza e così
si ha la terza dimensione.
I metodi di realizzazione sono molteplici, nel 2000 una
missione della NASA durata undici giorni ha rilevato tramite
un radar montato su un braccio esterno (lungo 60 metri) allo
Shuttle ed una antenna ricevente posizionata nel vano di
carico tutta la superficie terrestre. I dati prodotti,
conosciuti come SRTM (Shuttle Radar
Topography Mission), sono distribuiti in piastrelle di 1 grado
per 1 grado con una risoluzione di 30 metri. Con il passare
del tempo e l’evolvere delle tecnologie siamo arrivati ad
utilizzare la tecnologia a scansione laser conosciuta come
LIDAR
(acronimo
dall'inglese Light Detection and Ranging o Laser Imaging
Detection and Ranging)
che può essere effettuata dai satelliti in orbita oppure
montando appositi sensori o testine a bordo di aeromobili.
I file ottenuti, a seguito delle opportune lavorazioni (3)
e
opportunamente filtrati
possono essere visualizzati ed utilizzati da diversi software
GIS (acronimo dall'inglese Geographic Information System o
anche detto sistema informativo geografico o sistema
informativo territoriale)
e altri software. Vengono utilizzati per la gestione del
territorio, monitoraggio ambientale, estrazione delle curve di
livello, pianificazioni e altre analisi.
Nella cartografia vengono utilizzati i dati del DTM per dare
la classica sagoma dei rilievi in cui abbiamo l’idea che
sotto ci sia un plastico tridimensionale, spesso nella
cartografia escursionistica sono anche sovrapposte le curve di
livello in cui è indicato un valore numerico che indica la
quota.
Nel
nostro caso, in ambito escursionistico, il DTM viene
utilizzato per la programmazione escursionistica. Non nel
senso stretto della stesura del programma e del calendario ma
proprio sulla pianificazione dell’itinerario.
In rete, oltre a molta confusione, è disponibile molta
cartografia scaricabile gratuitamente o a pagamento, di tutti
i tipi e tutte le qualità. Una volta aperta con il software
cartografico possiamo vedere i sentieri esistenti e decidere
quale intraprendere, inoltre, osserveremo che, per esempio
partendo da es. 880 m. e arrivando a 1775 m. della cima
prescelta in alcuni tratti la salita sarà più ripida ma non
ne conosceremo i reali dislivelli/pendenze. Se invece sotto
alla cartografia mettiamo il DTM, potremo tracciare il nostro
percorso in maniera più mirata. Otteniamo
quindi la reale lunghezza del tracciato compresa dei vari
saliscendi e non la sola lunghezza in piano, otteniamo anche i
dislivelli in salita ed in discesa che faremo per raggiungere
la vetta, la pendenza media del percorso ed i passaggi più
ripidi che incontreremo.
Lucio IU1LCP del
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