Cavalli
e cavalieri in quota
Un
altro interessante argomento trattato da Elena, nostro formatore
equestre che, in questo articolo ci racconta di una pratica che
ha radici storiche sottolineando un valore aggiunto alle
attività AlpiRadio.it.
Si torna a parlare di cavalli.
Il
primo articolo scritto su questo argomento verteva
sull’importanza di creare un legame, cioè il “binomio”,
con il proprio compagno equino, specialmente in territorio
montano. Tuttavia, detto ciò, una domanda potrebbe sorgere
spontanea: perché andare in montagna a cavallo?
È un quesito al
quale non è facile dare una spiegazione sintetica, ma, in
questo articolo, si proverà a fornire qualche delucidazione.
La pratica
dell’equitazione alpina ha radici molto antiche. Prima
dell’avvento delle automobili e delle strade battute
esistevano soltanto i cavalli, e i muli, come mezzi di
locomozione, specialmente per raggiungere le aree alpine e
montane. Come già noto ad alcuni, le zone in quota si sono
“evolute” in tempi successivi rispetto alle pianure e alle
colline, proprio a causa del loro isolamento geografico. Tutto
il sostentamento di cui le popolazioni alpine avevano necessità,
derivava dall’aiuto dei quadrupedi, capaci di raggiungere
quasi ogni luogo. Per non parlare dell’importanza che hanno
avuto questi animali durante le guerre mondiali. La
denominazione dei sentieri detti “mulattiere”, infatti,
deriva proprio dal periodo bellico.
Tornando quindi
alla domanda iniziale, la risposta più essenziale che si può
fornire è: passione.
Spesso chi
pratica equitazione alpina si sente dire frasi come “Facile
così!”, con riferimento al fatto che “cammina solo il
cavallo”, mentre, per assurdo, i “colleghi” cavalieri, che
solitamente gareggiano in rettangolo, rimangono spesso colpiti
dai propositi dei “montanari”.
La volontà di
affrontare sfide, Il desiderio di passare più tempo possibile
con il proprio cavallo, la bellezza dei paesaggi montani e la
loro diversità, esplorare luoghi sconosciuti, il cambiamento di
prospettiva dalla sella rispetto ad essere a piedi, sono tutti
elementi che coadiuvano la passione che porta ad affrontare
giornate molto faticose ma assolutamente gratificanti.
Premettendo che
alcuni rifugi alpini ricorrono ancora all’uso di muli per il
trasporto delle scorte, ormai l’equitazione alpina è
diventata uno sport da diporto. Tuttavia, non si deve
sottovalutare il potenziale di questa attività. Infatti, il
team Alpiradio, sfrutta la possibilità dell’utilizzo della
radio in sella, molto utile anche in caso di richiesta di
soccorso, sia per se stessi, sia per eventuali sfortunati che si
possono incontrare lungo il sentiero.
Non tutti i
cavalli sono adatti ad affrontare escursioni in montagna.
Vengono richieste doti quali la capacità di camminare su
sentieri impervi, magari con pendenze notevoli e fondi
sdrucciolevoli, attitudine al ragionamento, carattere pacato e
disponibile, una buona forma fisica e un addestramento consono.
Alcune razze sono
state “create” dalla montagna stessa, come per esempio l’Haflinger,
il Mérens o il Bardigiano. Sono cavalli dall’altezza ridotta,
ma molto robusti e dal piede sicuro: sanno scegliere la strada
migliore, non arretrano se si trovano su sentieri impervi e sono
in grado di aiutare i loro compagni umani quando si trovano in
difficoltà.
Tuttavia, a
prescindere dalla razza, ogni cavallo ha proprie
caratteristiche. È quindi possibile imbattersi in soggetti nati
per praticare altre discipline, come per esempio il salto a
ostacoli o il reining, ma ugualmente dotati di capacità per
affrontare un sentiero montano.
In conclusione,
vivere la montagna a cavallo è un valore aggiunto, un approccio
diverso dal solito che permette di accumulare esperienze
difficilmente replicabili.
A presto con il prossimo
articolo!
Elena
(Formatore Equestre) del Team
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