AQUILA
(Chirysaetos)
...Secondo
la tradizione questo uccello sarebbe in grado di vivere anche
per settant'anni, solo se abbastanza determinato a scegliere e
seguire la via più difficile ...l'aquila deve prendere una
decisione.
L'Aquila reale (dal nome
scientifico Aquila chrysaetos) è un uccello rigorosamente
protetto appartenente alla famiglia degli Accipitridi. Si
tratta di un animale grande e maestoso: ha un'apertura alare
di oltre due metri (fino a 220 cm) con un peso che varia tra i
due e i sei kg.
Le dimensioni, l'habitat, la capacità di volare o
probabilmente tutte queste tre caratteristiche assieme, ne
hanno fatto un simbolo di potenza e forza. La leggenda
popolare indiana "Il volo dell'aquila" attribuisce all'animale
straordinarie capacità di adattamento e, soprattutto, di
rinnovamento. Secondo la tradizione questo uccello sarebbe in
grado di vivere anche per settant'anni, solo se abbastanza
determinato a scegliere e seguire la via più difficile.
Infatti, passato il quarantesimo inverno, con gli artigli e il
becco troppo lunghi per cacciare e le penne troppo indurite
per volare, l'aquila deve prendere una decisione.
Può lasciarsi morire, oppure ritirarsi sulla cima della
montagna, restare sulla cengia di una parete inaccessibile per
i centocinquanta giorni necessari al rinnovamento. Qui, inizia
a sbattere il becco sulla roccia fino a staccarselo,
sopportando coraggiosamente il dolore. Una volta ricresciuto,
con esso, si strappa prima i vecchi artigli e poi una a una le
penne indurite.
In questo modo rinasce e torna a vivere per altri trent'anni.
Nella realtà l'aquila ha un'aspettativa di vita più breve,
intorno ai vent'anni. L'ambientazione della leggenda però è
coerente: la si può ammirare nelle zone montuose, lungo tutto
l'arco Alpino. È riconoscibile per la colorazione scura del
piumaggio, schiarita nella porzione della nuca con riflessi
dorati (da cui il nome chrysaetos, "d'oro"). La testa è
sporgente rispetto alle ali molto grandi che durante le
planate sono "digitate", ovvero portate a "V" verso l'alto
(Figura 2). La coda nella siluette è triangolare e disposta a
ventaglio.
Le aquile sono animali monogami: la coppia difende attivamente
un territorio anche molto grande (fino a 180 km2), in cui si
trovano i vari nidi. Durante l'inverno sia il maschio che la
femmina (riconoscibile per le dimensioni molto maggiori) si
prodigano per restaurarne uno, normalmente situato negli
anfratti delle pareti rocciose, in cui in primavera vengono
deposte due uova biancastre.
I piccoli schiudono completamente neri a giugno, ma solo uno
dei due sopravvivrà per cainismo. A luglio l'immaturo,
riconoscibile per le chiazze bianche su ali e coda (Figura 1,
che spariscono intorno ai 4/5 anni), è pronto per l'involo.
Normalmente si allontana dai genitori in cerca di un nuovo
territorio e un compagno.
La morfologia delle aquile suggerisce la strategia di caccia:
innalzandosi mediante le correnti d'aria, scendono in
picchiata sulla preda, che può essere un piccolo mammifero
(soprattutto le marmotte), un uccello o più raramente un
anfibio o un rettile. Gli artigli ricurvi e il becco aguzzo,
che nella leggenda si strappa di dosso, servono infatti ad
afferrare efficacemente le prede e dilaniarle (Figura 3).
Elisabetta
(Guida
Equestre Ambientale) del Team
AlpiRadio.it © 2024
Da:
https://www.parchilazio.it/montinavegnacervia-schede-3045-aquila_reale_aquila_chrysaetos
https://universoalpino.com/aquila-reale-chrysaetos/
https://www.paroledisaggezza.it/volo-aquila-leggenda-indiana/ |