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Sul sentiero del conoscere
"La Stella Alpina"

 ...in una notte limpida gli astri si accorsero della montagna: una stella decise di scendere e posarsi sulle rocce gelate per consolarla. Il freddo però era talmente tanto che la stella si pentì di aver abbandonato il cielo, allora la montagna la avvolse con un mantello bianco per proteggerla...

 

La stella alpina è una piccola pianta erbacea, conosciuta spesso con altri sinonimi come edelweiss o bianco di roccia. Il nome scientifico è Leontopodium alpinum dal greco “léon” + “pòdion”, “piede di leone” per la forma dei capolini e da “alpes” in riferimento all’ambiente montano in cui vive. La sua morfologia denota infatti un adattamento peculiare agli habitat di praterie aride e luoghi rocciosi spazzati dal vento dove è frequente trovarla. È piccola (tra i 5 e 20 cm di altezza) ricoperta da una fitta lanugine in grado di conferirle protezione contro la traspirazione e non, come si potrebbe pensare, contro il freddo (figura 1, 3). Cresce su substrati calcarei o dolomitici ricchi di scheletro a quote maggiori di 1500 m sulle Alpi dove risulta essere un relitto della flora alpina preglaciale.

È una pianta perenne con radici stolonifere molto scure e con gemme svernanti al suolo protette dal manto nevoso. Allo scioglimento si vedono inizialmente le rosette basali di foglie lanceolate e lineari verdi, biancastre per la pelosità che, trattenendo l’umidità, ne permette la sopravvivenza per periodi di grande siccità. Successivamente emerge il fusto di consistenza quasi legnosa (possono presentarsi più fusti per ogni rosetta) con poche foglie lineari cauline. All’estremità di questo compare tra luglio e settembre quello che appare erroneamente come un fiore: in realtà si tratta di 3-12 capolini* terminali circondati da brattee (figura 2). Ciascun capolino è costituito da squame marrone scuro disposte su più serie che proteggono il ricettacolo su cui si inseriscono esclusivamente fiori tubulosi: quelli periferici più filiformi sono femminili, quelli centrali sono spesso maschili per aborto degli organi del gineceo. A circondare l’infiorescenza, ci sono delle foglie bratteali lanceolate, biancastre e patenti con funzione vessillifera (quelle che sembrano effettivamente i petali del fiore e che risultano attrattive per gli insetti impollinatori).

Il singolo fiore è quindi molto piccolo e attinomorfo (ovvero le parti della corolla risultano simmetriche rispetto ad un punto centrale) e costituito da 5 petali saldati a tubo terminanti in altrettanti denti (i sepali invece sono ridotti e quasi inesistenti).  Gli stami hanno antere acute e saldate a formare una sorta di manicotto avvolgente lo stilo il quale termina con uno stigma bifido. Dopo l’impollinazione tramite insetti (entomogama), nell’ovario infero si sviluppano i frutti, degli acheni cilindrici sormontati da un pappo di peli paglierini. Quest’ultimo permette una dispersione anemocora, sfruttando le correnti del vento, ma è frequente anche una dispersione tramite insetti (come le formiche).

La stella alpina è uno dei fiori più famosi delle Dolomiti, ma è presente in tutta l’Eurasia fino a 6000 m di quota e, come molte delle specie di ambienti montani, è protetta e ne è vietata la raccolta. Purtroppo, uno dei principali motivi di minaccia in molte stazioni è proprio la raccolta indiscriminata anche per utilizzo medicinale: è sfruttata nella cura di dolori addominali e per le infezioni delle vie respiratorie.

Circa l’origine di questo fiore molto particolare, si stanno facendo alcune ricerche a livello genetico, ma sono molto suggestivi i miti. Uno di questi narra che un tempo una montagna piangeva sconsolata per la solitudine: nessun albero e nessun fiore essendo ancorati al terreno potevano raggiungerla per confortarla. Passò il tempo e in una notte limpida gli astri si accorsero della montagna: una stella decise di scendere e posarsi sulle rocce gelate per consolarla. Il freddo però era talmente tanto che la stella si pentì di aver abbandonato il cielo, allora la montagna la avvolse con un mantello bianco per proteggerla e le donò delle radici per ancorarla a sé. Quando la notte si schiarì nel giorno, era ormai nata la prima stella alpina.

 *il capolino è la tipica infiorescenza della famiglia delle Asteraceae. Come nelle comuni margherite (Bellis perennis) quello che viene chiamato “fiore” è in realtà un insieme di piccoli fiori di due tipi: tubulosi gialli nella parte centrale e ligulati bianchi nella parte esterna.


Elisabetta
(Guida Equestre Ambientale) del Team AlpiRadio.it  © 2021 

 

 

 


 

 

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