Sul
sentiero del conoscere
"Quercia rovere e Betulla"
Gli ingredienti
dell'ambiente alpino sono tutti quegli elementi che ci
circondano e ci accompagnano in quota durante le escursioni.
Spesso li abbiamo osservati con stupore, fotografati o
raccontati ma, di che si tratta?
Bentrovati
per un nuovo articolo sulla flora montana e alpina. L’attesa
è stata lunga, ma alla fine ce l’abbiamo fatta!
Chiudiamo
il capitolo delle conifere e introduciamo la parte relativa alle
specie latifoglie (per altro numericamente maggiori).
Il
termine “latifoglia” significa “dalla foglia larga”, ed
è la principale caratteristica per cui queste piante sono
riconoscibili. Possono riprodursi sia mediante seme, sia in
maniera asessuata. In questo caso si parla di talee, quando il
nuovo individuo si origina da un ramo del “genitore”, o per
polloni, che sono i ricacci emessi dalla base dei tronchi di
queste piante. Le latifoglie sono delle piante più
“complesse” rispetto alle conifere, quindi più esigenti in
termini climatici e meno atte alla crescita in altitudine.
Andiamo
ora ad analizzare due delle più note latifoglie presenti sul
nostro territorio: la quercia rovere e la betulla.
La
quercia rovere(1)
è una tra le varietà di quercia presenti
sul nostro territorio e può crescere fino a un’altitudine di
1000 metri. La quercia più nota è la farnia, che però è
tipica delle aree planiziali. Si riconosce osservando le
seguenti caratteristiche:
-
Le foglie(3)
sono più larghe nel centro e il bordo
presenta delle scanalature leggermente diverse rispetto alla
quercia farnia;
-
La corteccia(2) è rugosa e di colore marrone;
-
I frutti, cioè le ghiande(4), sono direttamente
attaccati al rametto, senza un picciolo di collegamento;
-
È una pianta di prima grandezza e può
raggiungere altezze notevoli.
L’habitat
naturale di questa quercia era quello di bassa montagna, ma
l’attività dell’uomo, che ha prediletto la coltivazione di
castagno, ha quasi del tutto cancellato i boschi di rovere.
Attualmente, però, siccome anche i castagneti sono stati
abbandonati, la rovere sta tendendo a tornare nei boschi, anche
se è un processo lungo e lento. È inoltre opportuno ricordare
il pregio del legno fornito da questa quercia: viene usato, per
esempio, per mobili d’arredamento e botti d’invecchiamento
per i vini.
La
betulla(5) è una delle piante maggiormente diffuse sul nostro
territorio: si trova dalla pianura fino ad altitudini di circa
2000 metri. È una specie facilmente riconoscibile perché:
-
Le foglie(7)
hanno forma piuttosto triangolare,
colorate di un verde brillante. Sono collegate ai rami, dal
portamento un po’ pendente, tramite un picciolo lungo e
sottile;
-
La corteccia(6) è tipicamente liscia e biancastra;
-
Ha uno sviluppo contenuto.
Questa
specie rientra nelle categorie delle piante pioniere, quindi
predilige suoli poveri, tendenti all’acido, e soleggiati per
la crescita. La betulla, data la sua frugalità, è molto
impiegata per la sistemazione di aree montane, interessate da
frane o incendi, per favorire il ripopolamento vegetale. In
alcune zone si può anche trovare in popolazioni boschive pure,
che prendono il nome di “betuleti”. In ambito urbano può
essere utilizzata con pianta ornamentale, data la sua corteccia
caratteristica e il bel colore giallo della sua fioritura, anche
se tuttavia patisce le potature. Il
legno, elastico e resistente, trova impiego nella fabbricazione
di oggetti di uso domestico (un tempo anche per gli sci). Viene
utilizzato anche come combustibile di ottima qualità.
Elena
(Formatore Equestre) del Team
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